Perché andare da uno psicoterapeuta?
Questa è una domanda difficile perché apre spazi infiniti per alcune persone, grande scetticismi in altre e c’è addirittura chi non se la pone affatto.
Si va da uno psicoterapeuta per guardarsi dentro!
Si va da uno psicoterapeuta per essere aiutati a guardare le situazioni da più punti di vista e trovare la prospettiva che più delle altre permette di avvicinare persone e situazioni senza averne paura.
Inutile pensare che la vita possa risparmiarci di crescere ,anzi! Si presentano sempre situazioni che ci costringono a guardare ciò che ci circonda, e farlo in un certo modo potrebbe renderci le cose più facili.


Come scegliere il proprio psicologo?
La sensazione di disorientamento iniziale propria di chi ha deciso e si trova a poter scegliere il proprio terapeuta è molto naturale. Spesso ci si affida al consiglio di conoscenti, a qualche informazione reperita su internet ma il tempo che ci si lascia per contattare chi entrerà nella propria intimità , cementa la costruzione di uno spazio mentale e affettivo fondamentali.
Occorrono un po’ di coraggio, fiducia e capacità di attendere prima di scoprire le qualità che ci si aspetta di trovare nel professionista prescelto.
La motivazione a condividere i propri vissuti e a cercare insieme una strada verso una maggiore chiarezza , una cura e sollievo alle sofferenze devono trovare risposta attraverso un metodo di ricerca scientifico, che “allena” ad avvicinarsi a sé stessi e agli altri nel modo più autentico possibile, accettando espressioni del sé più consuete e accettabili così come quelle più nascoste e tenute a distanza.
Di solito chi telefona per un appuntamento a uno psicoterapeuta ha alle spalle pensieri e valutazioni varie: dalla paura di incontrare la persona sbagliata al bisogno di trovare un posto sicuro dal quale esplorare tutto ciò che genera ansia e preoccupazione o dolore.
Da qui nasce l’intento di accompagnarvi più da vicino in quello che si configura come un “percorso” che parte dal riconoscere la fatica con la quale affidare sé stessi ad un professionista e offrire qualche strumento utile per orientarsi.
Per prima cosa intanto un po’ di chiarezza su chi fa cosa:
Psichiatra: ha una laurea in medicina , ha frequentato 5 anni una scuola di specializzazione in psichiatria , fa colloqui finalizzata ad una diagnosi per valutare la reale necessità di somministrare farmaci , può essere uno psicoterapeuta se ha frequentato una scuola di specializzazione in psicoterapia. Spesso lavora in equipe con gli psicologi per monitorare gli effetti e l’andamento della terapia.
Counselor : non è uno psicologo, ha frequentato un corso di tre anni per occuparsi di problematiche presenti , rimanendo in superficie . Non può fare sostegno psicologico o terapia e ovviamente non somministra farmaci.
Psicologo: ha conseguito una laurea in psicologia con tirocinio di 6 anni , ha superato un esame per iscriversi all’albo regionale, si occupa di prevenzione, diagnosi, sostegno, o ricerca. Non somministra farmaci.
Psicoterapeuta: può essere psicologo o psichiatra perchè ha frequentato la stessa scuola di specializzazione (4 anni), ha svolto una analisi personale di minimo di 6 anni se la scuola di specializzazione è a di indirizzo psicodinamico, e si occupa di qualsiasi problematica psicologica.
Consiglio perciò di iniziare a conoscere questo mondo con fiducia in un lavoro di conoscenza che non ha mai fine. Ogni terapeuta avrà caratteristiche e un metodo personale collaudato e interiorizzato. Il grado e il livello di competenza del terapeuta si misura attraverso la capacità di entrare in sintonia emotiva con l’altro e con la capacità di procedere accompagnando il paziente verso una visualizzazione sempre più chiara di ciò che porta in seduta, rispettandone i tempi.
E’ importante informarsi ma anche iniziare il proprio percorso con l’idea che ogni incontro porterà elementi , suggerimenti e spunti già dal primo incontro con il terapeuta .